Il pennello di Tiziana Biolghini sembra vagare all’ombra dei boschi trascinato da una fresca aura romantica, per fissare la magia ed incanto dei colori attenuati dalle ombre e dalle brume mattutine.
Colori che si riaccendono in una esplosione di luce quando il sole che prima si insinuava timidamente fra i rami, piomba violento quasi accecante sulle radure.
La fervida ed artistica immaginazione consente all’autrice di tradurre visivamente la vita silente ed il linguaggio segreto della natura, fatto si sommessi fruscii al lato dei sentieri e l’alito della brezza che agita le foglie.
Di tanto in tanto Tiziana si sofferma anche a studiare i vecchi e solitari tronchi dalla scorza ruvida scavata da un tempo lungo forse secoli, muti, tristi ed impassibili testimoni di tanti eventi.
Non solo però scene boschive, ma anche scorci cittadini e incanti muri invasi dall’erba che fluttua allo scorrere dell’acqua azzurra e vivace di un canale; sono dipinti che sembrano narrare del cuore e delle vicende di una città arcaica. Ed ancora ampie vallate dove in grande distesa, le erbe palustri dialogano con l’acqua stagnante, cullandosi nella gloria di un meriggio assolato sullo sfondo di brune e severe colline. Una menzione particolare meritano anche le fortunate puntate sulla figura isolata, nelle quali più che la perfezione figurativa, l’artista cura da un punto di vista impressionistico l’espressione caratteriale, che alla luce dei fatti risulta perfettamente indovinata.
Ottavio Borghi
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